Nel nartece della famosa chiesa medievale di Santa Maria in Cosmedin è conservata una grossa lastra di marmo dalla forma rotonda che il film “Vacanze romane”, con Audrey Hepburn e Gregory Peck, ha reso famosa in tutto il mondo. Non si tratta di un elemento decorativo proveniente da qualche fastoso palazzo di un imperatore ma di un tombino di smaltimento dell’acqua piovana che veniva convogliata nella vicina Cloaca Maxima, il famoso collettore che raccoglieva le acque di scarico della città. In particolare, questo tombino, ha il volto di un uomo con la barba, gli occhi e la bocca forati per consentire la caduta dell’acqua nel sottosuolo. Nel mondo romano era consuetudine collocare le immagini delle divinità sia nei bagni pubblici che in quelli privati ed in questo caso, forse come buon auspicio che lo scarico funzionasse a dovere, il volto del tombino è stato identificato con quello di una divinità fluviale, Giove Ammone. Molte leggende si celano dietro questa scultura, come quella che fosse utilizza per interpellare l’oracolo al fine di scoprire l’infedeltà delle mogli: la presunta fedifraga doveva infilare la mano nella fessura della bocca e se ritenuta colpevole le sarebbe stata amputata. Grazie al film “Vacanze romane” questo tombino è diventato una vera e propria celebrità.